Alla mia amatissima Bubu, del giardino il più bel fiore, perché si ricordi sempre dei suoi nonni.

sabato 20 giugno 2015

La sfionda


LA SFIONDA

Èra uno dei nostri prifiriti. Per fa’ nna sfionda prima de tutto bisognèva cerchère un rèmo adatto, che ciaesse¹ la forcella². Ce vuliva d’ogliemo³, alora se giva ’n una presa4’ndù c’ereno le tire5 de le vite6 che stèveno propio atacche7a l’ogliemi e se scigliva. Se taglièva con un zighittino eppù se giva a chèsa ’ndù ce se mittiva al lavoro. Con un runculino8se sbuccèva pirbinino, eppù se taglièva sotto la forcella che se putiva abracchère9 bene co’ la mèna, doppo s’abrustechèva10 al foco e se lavorèva co’ le mène per fa’ppiglière a la forcella la forma de u. Quande aiva preso la forma giusta, se leghèveno i du’ ramittini de la forcella un mezzo metro più alto, s’abrustechèvaancor’ un puchinino eppù se mittiva al zole e al vento per falla secchère pirbinino. Quande era secca pirbinino, se taglièveno i ramittini a l’altezza giusta, doppo bisognèva mettere i lastechi11 e ’l coietto.12 Pe ffère i lastechi cè vuliva una camara d’aria d’una bicigretta. Co’ le forbece13 se taglièveno du’ strisciuline d’una trintina de cintimetri e per el coietto se riaglièvaun pezzo de pelle da’na scarpa vecchia, pù se leghèveno i lastechi a la forcella e al coietto. La sfionda era bellepronta.14 A questo ponto bisognèva’mpratechisse,15facce la mèna perché ’gni
sfionda aiva le su’ carattiristeche. Se mittiva un bussolotto16 sopra un murillino17 e gni si tirèva dimolte volte finché un z’era  trovo el modo de chiappèllo.18 Co’ la sfionda ce se putiva giochè dda soli o ’n cumpagnia. Da soli ce se tirèva a le lucertele o a’ passarotti,19 s’invece s’era diverzi bordellotti20, se facivon le ghère21 a chi tirèva più meglio. Se mittiva un bómbelo22 sopra a un bàggelo23 eppù gni se tirèva da una ghicina de metri.24 Se mittiva cinque lire per ognuno e chi vinciva piglièva ’gni cosa. Io ero dimolto brèvo, ma da le quattro a le trè25 trovèvo qualcuno ch’era anco più meglio de me,26 ma unzomba27 tra ruzzeli e baruzzeli28 putivo esse’ contento, che a l’ultemo la facivo sempre pèra.29

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note:

¹ ciaesse. Avesse.
² la forcella. In due rametti sopra al fusto a forma di u.
³ ogliemo. Olmo, testucchio.
4 presa. Campo pianeggiante di vaste dimensioni.
5 tire. Tralci delle viti estesi da olmo a olmo all’altezza di circa due metri.
6 vite. Viti.
7atacche. Attaccate.
8 runculino. Roncetto ricurvo.
9abracchère. Stringere bene con la mano.
10 s’abrustechèva. Si metteva sopra la fiamma.
11 lastechi. Elastici.
12coietto. Involucro a forma di semisfera, una specie di piccola borsa destinata a contenere il proiettile.
13forbece. Forbici.
14 belle pronta. Già pronta.
15 ’mpratechisse. Impratichirsi.
16bussolotto. Recipiente di latta.
17 murillino. Muro di recinsione basso.
18 chiappèllo. Colpirlo.
19passarotti. Passerotti.
20 diverzi bordellotti.  Più ragazzi.
21 se facivon le ghère. Si facevano le gare.
22 bómbelo. Barattolo di latta.
23 bàggelo. Sostegno.
24 ghicina de metri. Da una distanza di dieci metri.
25 da le quattro a le tre. Spesso.
26anco meglio de me. Anche meglio di me.
27unzomba. Insomma.
28 tra ruzzeli e baruzzeli. Tra una cosa e l’altra.
29 la facivo sempre pèra. Non perdevo e non vincevo.
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