LO SCOPPIETTO¹
Ce se giochèva guèsi sempre a
guarghie e lèdri. Mò² ve dico come se faciva. Bisognèva trovère prima de tutto
un rèmo de sambuco, ma che fusse diritto, se taglièva più o meno a ’na
lunghezza d’una trintina de cintimetri, pù se cavèva de drento l’annema.³ Se pi
glièva doppo un ramittino d’àvero,4 anco lu’ diritto, un puchinino
più corto, ch’entrasse priciso priciso drent’al buco e gni si mittiva un mànneco
per chienello bene’m mèno.5Come cacacceli6 s’usèva le
cocchele7 d’àvero. Se ne mittiva drento una per volta, pù se zeppèva
tutt’un chiocco8 co’ la bacchetta e la cocchela aventèva lontèno9
e faciva anco10un bel botto, è per questo che se chiamèva
scoppietto. Come ce se giochèva? Se faciveno du’ squèdre, una de’ pulizziotti e
una de lèdri, eppù ce se tirèva,11 ma unn’è12 che vinciveno
sempr’ i pulizziotti, anzi un succidiva guèsi mèi.13
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note:
¹ Lo scoppietto. Così chiamato perché emette un
piccolo scoppio.
² mò. Adesso.
³l’annema. La parte interna molle del
tronco e dei rami di consistenza simile al polisterolo.
4 avero. Alloro.
5per chienello bene ’m mèno. Per
avere una buona presa con la mano.
6cacacceli. Proiettili.
7cocchele. Bacche.
8tutt’un chiocco. Con una spinta
energica.
9aventèva lontèno. Era lanciata
lontano.
10 anco. Anche.
11 ce se tirèva. Cercavamo di
colpirci.
12 unn’è. Non è.
13 guèsi mèi. Quasi mai.
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