Alla mia amatissima Bubu, del giardino il più bel fiore, perché si ricordi sempre dei suoi nonni.

giovedì 21 gennaio 2016

El doppoguerra



EL DOPPOGUERRA
 

Nel zicondo doppoguerra1
era uso che tutti lavorasseno la terra.
C’era stèta dimolta distruzione
e la fème tra i crischèni dilaghèva,2
ché la robba era poca, eppù ’n bastèva,3
ma tra tutte ’ste disgrazzie,
almeno c’er’ un fatto pusitivo,
per allevia’ ttuste ’ste pene,
la gente se vuliv’ almeno bene.
Tra poveri se cerchèva d’aiutasse,
ce se prestèva ’n’attrezzo s’in z’aiva,4
unzomba er’ el chèso5 d’ingegnasse.
El zabbeto alora doppo disena,6
era uso vir’a veglia,7
cusì, tanto per divagass’un puchinino,
e magara8 se portèva n’una teglia9
qualche pezzo de panina10 o de baldino,11
robba da poveri che se putiva fère
co’ la farina de grinturco o de le brice,12
che quela ce l’aivi13 e un la duvii  comprère.14
Cusì se passèva la serèta,
se putiva parlè15 ddel più o del meno,
o se faciva ’na bella briscolèta,16
eppù, ce credarete, s’era contenti,
ché s’era povera gente,
se ce svaghèva17 con poco, anzi con gnente.
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note:
1    sicondo doppoguerra. Dopo la seconda guerra mondiale.
2    la fème tra i crischèni dilaghèva. La fame era sentita da tutte le persone.
3    eppù n’ bastèva. E non era sufficiente.
4    s’in z’aiva. Se non si possedeva.
5    unzomba er’el chèso. Insomma era il caso.
6    el zabbeto alora doppo disena. Il sabato allora dopo cena.
7    vir a veglia. Andare a passare la serata.
8    e magara. E magari.
 9    teglia. Tegame basso da forno.
10   panina. Focaccia di farina di granturco.
11   baldino. Castagnaccio.
12   grinturco - brice. Granturco - castagne.
13   quela ce l’aivi. Quella ce l’avevi.
14   un la duvii comprère. Non la dovevi comprare.
15   se putiva parlè. Si poteva parlare.
16   briscolèta. Gioco della briscola.
17   ce se svaghèva. Ci si divertiva.

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