Alla mia amatissima Bubu, del giardino il più bel fiore, perché si ricordi sempre dei suoi nonni.

giovedì 21 gennaio 2016

El Gostarone



EL GOSTARONE

El Gostarone era un omarone che pariva un armèghio,1 era più facele che pesasse piue che meno d’un quintèle. Era, come se dice, un bonaccione che unn’avarebbe fatto mèle manco a ’na mosca. Ciaiva2 però un difettaccio, che gni piaciva troppo bere ’l vino, e a qui tempi unn’era el zolo.3 La sera doppo disena4 ambiva vire al barre co’ l’amichi5 a fasse un quartino,6 ma eron piue le volte che ne faciva più de uno, e quande scappèva dal barre,7 era sempre su de giri. De solito artonnèva a chèsa8 verzo mezzanotte, ma una sera el Gigi, ch’era el barrista, vinneno a chiamallo,9 che la su donna duviva parturire,10 e che c’era disogno de lu’, sicché serrò ’l barre a le ghieci e andette a chèsa. Anco el Gostarone pigliò la via de chèsa, e siccome un ciaiva ancora la luce, entrèva sempre a tastoni e quande arivèva ’n camara, tastèva co’ le mèni11 per trovère el letto. -Ah- disse tra sé, -questo è ’l cantarano, questo è l’armèghio, questa è la seggela12 che sta ’n fond’al letto,  questi sono i piedi de la Menneca,- pù tastòe un puchin più ’n lae e sintì altri du’ piedi. -E questi sono i mia!13- Cusie se spogliòe, montòe sul letto e se misse a ghiacere,14 ma unn’era tanto cun- vinto. Alora allungòe ’na mèna drent’al letto e l’arcontòe:15 -Dua, quattro, sei!- Quie c’è qualcosa che unn’artonna16- disse un poco frastornèto, -fammeli arcontère.- Cusie scese dal letto e l’artastòe de fora,17 -due, quattro! Oh,eppure son quattro e me parivon sei, bisogna propio che smetta de bere, ché me sò ardotto troppo mèle,18 un m’ariesce piùe manco a contère!19

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note:
1     pariva un armèghio. Sembrava un armadio.
2    ciaiva. Aveva.
3     unn’era el zolo. Non era l’unico.
4    doppo disena. Dopo cena.
5    vire al barre co’ l’amichi. Andare al bar per ritrovarsi con gli amici.
6    a fasse un quartino. A bersi un quarto di vino.
7    quande scappèva dal barre. Quando usciva dal bar.
8    artonnèva a chèsa. Ritornava a casa.
9    vinneno a chiamallo. Vennero a chiamarlo.
10   ché la su’ donna duviva parturire. Perché sua moglie doveva partorire.
11   tastèva co’ le mèni. Toccava con le mani.
12   seggela. Sedia.
13   sono i mia. Sono i miei.
14   se misse a ghiacere. Si sdraiò sul letto.
15   l’arcontòe. Li ricontò.
16   che unn’artonna. Che non torna.
17   l’artastòe de fora. Li ritoccò dal di fuori.
18   me sò ardotto troppo mèle. Mi sono ridotto teroppo male.
19   un m’ariesce più manco a contère. Non riesco più nemmeno a contare.

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