EL RE TRAVICELLO
‛In un tempo
molto lontèno, su la terra c’ereno solo l’annemèli ché l’omo ancora unn’era stèto creèto1 e ogni
annemèle aiva el zu’ regno.2 C’era el regno dei lioni, de le scimmie,
dei liofanti3 e c’era anco quelo de le ranocchie.4 Le
ranocchie stèveno ’n’un grènde pantèno ’ndù ciaiveno ogni ben de Ddio, ch’un
pativeno certo la fème,5 ma ereno propio casiniste, che ’gnuna
faciva el zu’ commedo, da le quattro a le tre se piticchièveno,6 se
faciveno i dispetti, unzomba7 c’era ’na grande cunfusione. Un giorno
che unne putivon piue de vire avanti cusìe,8 decidetteno de fère9
una riunione per trovère una soluzione. Discuti, discuti, unn’arivonno a chèpo
de gnente10 e alora decidetteno11 de chiedere aiuto a Giove. Cusiè mandonno11 un imbascatore che spieghèsse a Giove la
situazione e che gni trovasse la soluzione. Giove lo rassicuròe e gni disse che
gn’avarebbe mando un re ch’arebbe misso a pposto ’gni cosa. Doppo qualche giorno se sintì ne l’èria un zibilo12 e doppo ce fu un
tonfo tremendo nel pantèno. Le ranocchie ebbeno cusì tanta
paura, che s’anniscosero chi de quae chie de lae13 e per qualche
giorno stetteno anniscoste14 sott’acqua. Pièno, pièno, quatte, quatte,
agumincionno artonnère ’n zue15 e te viddeno in mezzo al pantèno un
tronco gigantesco d’un arbro.16 Qualcuna più coraggiosa aguminciòe
avvicinasse per vedé17 qquel che faciva, qualcun’antra gni montò
sopra e a la fine tutte viddeno che era un re che un diciva gnente.18
Cusìe argumincionno a fè19 ccome prima che un ce se capiva più
gnente. Alora decidetteno de mandère un antro imbasciatore da Giove pe llamentasse
e digni che vuliveno20 un re vero. Giove s’arabbiòe che se fusseno
lamentète del re che gn’aiva mando21 e pe ggastighèlle gni mandoe un
zerpolone22 che aguminciòe a mangialle una per volta. -Alora è
capito,- disse ’l mi’ nonno -che ce vole
inzegnère ’sta sturillina?23 Ce vole ’nzegnère che un bisogna volé
ttroppo da la vita, che ’gna contentèsse de quelo che ce sae, si se vol
campère, ché chi lascia la via vecchia pe’ la nova, sa quel che perde, ma un za
mèi24 quel che trova!-’
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note:
1 L’omo ancora unn’era stèto creèto. L’uomo
non era ancora stato creato.
2 ogni annemèle aiva el zu’ regno. Ogni
famiglia di animali aveva il proprio regno.
3 dei liofanti. Degli elefanti.
4 c’era anco quelo de le ranocchie. C’era
anche quello delle rane.
5 un pativeno certo la fème. Non pativano
certamente la fame.
6 da le quattro a le tre se piticchièveno.
Litigavano ogni momento.
7 unzomba. Insomma.
8 un ne putivon
piùe de vire a vanti cusìe. Non ne potevano più di andare avanti così.
9 decidettono de fère. Decisero di fare.
10 unn’arivonno a chèpo de gnente. Non trovarono
la soluzione.
11 cusìe mandonno. Così mandarono.
12
se
sintì ne l’èria un zibilo. Si sentì nell’aria un sibilo.
13 s’anniscosero chi de quae chi de lae. Si
nascosero chi in un posto chi in un altro.
14
stetteno anniscoste. Stettero nascoste.
15 agumincionno artonnère ’n zue. Tornarono in
superficie.
16 d’un arbro. Di un albero.
17
aguminciò avicinasse pe vvedé. Cominciò ad avvicinarsi per vedere.
18
un re che un diciva gnente. Un re
insignificante.
19
cusìe argumincionno a fè. Così ritornarono a fare.
20
lamentasse e digni che vuliveno. Lamentarsi e dirgli che volevano.
21 che gn’aiva mando. Che aveva mandato loro.
22
pe
ggastighèlle gni mandòe un zerpolone. Per castigarle mandò loro un grosso serpente.
23
ce vole inzegnère ’sta sturillina. Ci vuole insegnare questa
storiellina.
24
un ze sa mèi. Non si sa mai.
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