Alla mia amatissima Bubu, del giardino il più bel fiore, perché si ricordi sempre dei suoi nonni.

mercoledì 20 gennaio 2016

I coccomeri



I COCCOMERI1

 

Davanti al Palazzini2 c’era la via che giva a Sargèno.3 Alora era ancora sterrèta e piena de sfiossi4, ma tanto ce se passèva solo a piedi per vire a la messa, o co’ carri de bovi per vire ne’ campi a fa lle facende5. Lassue c’era un convento che a qui tempi6 era pieno de frèti, un n’è come ora che un c’è più nissuni.7 Untorno al convento c’ era el bosco, ma i frèti n’aiveno ripulito un bel pezzo e ciaiveno fatto i presèlli8 per sementacce9 un po’ de robba e facce l’orto. Quande era l’ora ce sementaveno anco i coccomeri e i popponi. Pe nnoi ragazzi era una guduria,10 che s’era nel palleteco11 fin quande un n’eron mezzi,12 perché a noi ce piaciveno un futtio13 e ce piaciva tanto vire a rubballi. De solito ce se giva14 in quattro, perché quì coccomeri ereno cusì grossi che per portalli bisognèva abraccalli in dua15. Oggi un ce son piue, s’è sperzo la razza, ereno coccomeri anco de trenta, quarènta chili co’ la buccia verde scuro e fatta a spicchi, chè co’ na fetta sola te ce putivi sfamère. Zitti zitti, chiotti chiotti, se saltèva el muro che era lungo la via e se giva indù c’era el vascone16 con un presello undù ce faciveno i coccomeri. Se guardèva bene che un ce fusse nissuni e quande s’era sicuri, se cugliva i dua più belli eppù via, tela pallino!17 Quande s’era arivi dimolto lontèno, ce se fermèva, ce se mittiva a sidere, anco per ripigliè ffiato, eppù s’agumincièva afettalli18 e se mangièveno, ragazzi che guduria! Alora le nostre mème ce mandèveno a la messa la domenneca e vuliveno anco che ce se confessèsse e se facesse la cumugnone, ma noi un s’andèva mica a Sargèno a confessècce, se giva a Santa Fiora19 indù c’era el prete perché un ce se fidèva mica tanto de raccontère ai frèti che gni se rubbèva i coccomeri, va a capì ccome la piglièveno.20

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note:
1 coccomeri. Angurie.
2 Palazzini. Località presso il Bivio di Olmo, ancora oggi chiamata così.
3 che giva a Sargèno. Che andava al convento di Sargiano.
4 sterrèta e piena de sfiossi. Non asfaltata e piena di scannafossi.
5 a fa lle facende. A fare il lavoro nei campi.
6  a quì tempi. Nell’immediato dopoguerra, tra il ’50 e il ’60.  
 7 un c’è più nissuni. Non ci sono più frati.
 8  preselli. Piccoli appezzamenti di terreno coltivabili.
 9  per sementacce. Per seminarvi.
10 era una guduria. Era un vero piacere.
11 s’era nel palleteco. Non si stava più nella pelle.
12 un n’eron mezzi. Non erano maturi.
13 ce piaciveno un futtìo. Ci piavevano molto.
14 ce se giva. Ci si andava.
15 abraccalli in dua. Afferrarli in due.
16 c’era el vascone. Una grande vasca per irrigare.
17 tela pallino. Corri pallino.
18 afettalli. Ad affettarli.
19 Santa Fiora. Chiesa di Santa Flora e Lucilla sul poggio opposto a quello di   Sargiano.
20 ccome la pigliaveno. Come l’avebbero presa.
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