Alla mia amatissima Bubu, del giardino il più bel fiore, perché si ricordi sempre dei suoi nonni.

giovedì 21 gennaio 2016

I pifferi de montagna



I PIFFERI DE MONTAGNA
 

El citto1 del Bista aiva ’n caratteraccio,
se potarebbe ddi ch’era ’n cazzaccio,2
de gnente gni saltèa la mosc’al nèso3
era sempre  o turbelo o ’ncazzèto.4  
Con tutti lu’duviva baccaglière,5
ché d’una rugia ce faciva ’n trève.6
El zu’ bèbo un zapiva più che fère,7
come pigliallo per fallo migliorère,8
quel pover’omo era sempre preoccupèto,
ch’aiva quel figliolo sciagurèto,
che unne faciva una mèi9 bene,
che gni facìa passère10 tante pene.
Un zabbeto11 sera quel bravaccio
era ito a ballère a Pulicièno.12
Artonnòe ch’era guèsi ’l cumbrugliume13
e per un ze fè ssintire,14 cerchèva de fè ppièno15
ma ’zu bèbo era lie16 che l’aspettèva
e quande apicciò ’l lume,17 se lo vidde davanti
pièn de guidaleschi,18 eppù tutto straccèto
che per arconoscelo ce sarebbon vulzuti19 tutti i santi.
-  O ch’è fatto figliolo, t’èn carchèto!-20
-Ie bèbo,- disse, - ho litighèto,
ma loro ereno ’n dua e m’èn breschèto!21
- Ah ho bel che capito,-  disse ’l zu bèbo,
-speremo almeno che te serva de lizzione,
ch’ è fatto come i pifferi de montagna
ch’eron viti per sonère,22 ma funno sfortunèti,23
artonnonno scornèti eppù sonèti.-24
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note:
1    el citto. Il figlio.
2    se potarebbe di cch’era ’n cazzaccio. Si potrebbe dire che era un poco di buono.
3    de gnente gni saltèa la mosc’al nèso. Si arrabbiava per un nonnulla.
4    o turbelo o ’n cazzèto. O inquieto o arrabbiato.
5    duviva baccaglière. Doveva discutere animatamente.
 6    d’una rugia ne faciva ’n trève. Un bruscolo lo faceva diventare una trave.
 7    el zu’ bèbo un zapiva  più che fère. Suo padre non sapeva più come comportarsi.
 8    come pigliallo per fallo migliorère. Come prenderlo per migliorare il suo carattere.
 9    unne faciva mèi. Non ne faceva mai.
10   gni facìa passère. Gli faceva passare.
11   un zabbeto. Un sabato.
12   era ito a ballère a Pulicièno. Era andato a ballare a Policiano.
13   artonnòe ch’era guèsi ’l cumbrugliume. Ritornò quasi all’alba.
14   per un ze fè ssintire. Per non farsi sentire.
15   cerchèva de fè ppièno. Cercava di non fare rumore.
16   ma ’l zu’ bèbo era lie. Ma suo padre era lì.
17   quande apicciò ’l lume. Quando accese la luce.
18   guidaleschi. Tumefazioni.
19   per arconoscelo ce sarebbon’ vulzuti. Per riconoscerlo ci sarebbero voluti.
20   t’èn carchèto. Ti hanno malmenato.
21   m’èn breschèto. Mi hanno riempito di botte.
22  eron viti per sonère. Erano andati per suonare, cioè per darle.
23  funno sfortunèti. Non ebbero fortuna.
24   artonnonno scornèti eppù sonèti. Ritornarono delusi e bastonati.

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