Alla mia amatissima Bubu, del giardino il più bel fiore, perché si ricordi sempre dei suoi nonni.

martedì 19 gennaio 2016

La Rusina



LA RUSINA

 

La Rusina aiva sposèto1 ’l Menco:
s’ereno acoppièti2 proprio bene,
lu’ era mezzo matto e le’ del tutto scema.
Un giorno che ciaiva da lavorère3 ne’ la vigna
gni disse: - O Rusina, io vèdo a potère,4
artonno a l’ora de disena,5
te ’ntanto prepèra qualcusina da mangère,
ieri s’è mangio du’ prugnoli,6
per oggi potaresti mette  ddu’7 fagioli!-
-Ie, ie disse la Rusina,
un te preoccupère, vedarè che quand’ artonni,8
i du’ borlotti9 li trovi pronti ’n tavela10 già cotti.-
Uscito ’l Menco, andoè al focolère
apicciò ’l foco11 e miss’a bullir’12un pentolone
che ce putiva stèr’ un gallastrone.13
Doppo aprì la mèghia,14 ’ndù c’era ’n zacchittino
c’aiva misso lì drento pirbinino,15
e tirò fora tre borlotti, ne scelze tre bellocci,
che quande eron bulliti,
doventasseno16 grossi e sapuriti.
Asettò la tavela,17 e quande funno18 cotti,
li misse drent’19a ’n piatto ben adatto.
A la mezza, com’era stabilito, artonnò ’l Menco
e -ma ch’è fatto?-  disse quande vidde quelo scempio,
-come ch’ho fatto-  disse la Rusina risintita,20
-quel che m’è ditto tue,21
m’aivi ditto metti du’ fagioli,
me n’accordo bene,22 io un zò mica scema
n’ho misso addirittura tre,
uno l’ho sintuto23 e dua son pe ddisena!-24
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note:

1   aiva sposèto. Aveva sposato.
2   s’ereno acoppièti. Si erano accoppiati.
3   ciaiva da lavorère. Aveva da lavorare.
 4    io vèdo a potère. Io vado a potare.
 5   artonno a l’ora de disena. Ritorno all’ora di pranzo.
 6   s’è mangio du’ prugnoli. Abbiamo mangiato funghi.
 7   potaresti mette ddù fagioli. Potresti mettere due fagioli intendendo una
            quantità sufficiente per il pranzo.
 8   vedarè che quande artonni. Vedrai che quando torni.
 9   borlotti. Qualità di fagioli molto ricercati per la loro bontà.
10  ’n tavela. In tavola.
11  apicciò ’l foco. Accese il fuoco.
12  e miss’a bullir’. E mise a bollire.
13  ce putiva ster’un gallastrone. Un gallo di notevoli dimensioni.
14  doppo aprì la mèghia. Dopo aprì la madia (mobile dispensa).
15  c’aiva misso lì drento pirbinino. Che aveva messo lì dentro in modo adeguato.
16  doventasseno. Diventassero.
17  asettò la tavela. Apparecchiò la tavola.
18  quande funno. Quando furono.
19  li misse drent’. Li mise dentro.
20  risintita. Arrabbiata per il rimprovero ingiusto.
21  m’è ditto tue. Mi hai detto tu.
22  me n’accordo bene. Me ne ricordo bene.
23  uno l’ho sintuto. Uno l’ho assaggiato (per sentire se erano cotti).
24  dua son pe ddisena. Due sono per il pranzo.

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