Alla mia amatissima Bubu, del giardino il più bel fiore, perché si ricordi sempre dei suoi nonni.

martedì 19 gennaio 2016

La statisteca



LA STATISTECA

 

Dicheno1 tutti che sia ’na grande scenza,
che stughia2 quant’ al mondo se cunzuma.
Ve dirrò ch’ io, ’n tutta cunfidenza,
me permetto un puchin de dissintire,
un zò ’n che modo ve l’ho a dire,
ma un ze chien’3 conto d’una facindina
che, credete a me, unn’è  bighina.4
Alora, quand’è l’ora de disena5
 el mi’ padrone se fa fora6 un pollo,
e siccome ancora unn’è satollo,7
se mette sott’ a denti ’na galina,8
ce credaresti che ’n una settimèna,
una volta un cuniglielo o ’na nèna,9
quatordic’annemèli se fa fora10
e gni garbeno11 pasciuti e belli grassi
guèsi come se fusseno12 de tassi.
Ora, si se fa con me ’l confronto,
per quela scienza un dovarebbi ave ppiù fème,13
che sette anco a me sarebbon tocchi,14
ma per di lla verità, de qui colossi
io, unn’ho sintuto15 che ’l prufumo e visto l’ossi.16
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note:

  1   dicheno. È un contadino a raccontare.
  2   che stughia. Che studia.
  3     un se chien’. Non si tiene.
  4   bighina. Piccola.
  5   disena. Pranzo o cena.
  6   se fa fora. Si fa fuori, cioè si mangia.
  7   unn’è satollo. Non è sazio.
  8   ’na galina. Una gallina.
  9   un cuniglielo o ’na nèna. Un coniglio o un’anatra.
10    se fa fora. Si mangia.
11   gni garbeno. Gli piacciono.
12   guèsi come si fusseno. Quasi che fossero.
13   un dovarebbi avé ppiù fème. Non dovrei avere più fame.
14   sarebbon’ tocchi. Sarebbero toccati.
15    unn’ho sintuto. Non ho sentito.
16    l’ossi. Le ossa.
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